Le medaglie al valore della Sezione di Pinerolo
Nei periodi di guerra nei quali l’Italia si trovò impegnata, il valore dei soldati italiani affiorò nell’animo di coloro impegnati in azioni di guerra, esaltandone il valore umano e di sacrificio nei confronti del prossimo. Doti riconosciute il più delle volte alla memoria, esempio per le generazioni future che non hanno conosciuto gli orrori della guerra.
Il labaro dell’Associazione Nazionale Alpini è fregiato di 207 di queste medaglie, a testimonianza di quanto il Corpo degli Alpini abbia fatto sacrificio di sè durante le campagne che lo hanno impegnato. Di queste 207 medaglie, 8 fregiano il vessillo della Sezione di Pinerolo e appartengono a uomini che hanno prestato servizio nel 3° rgt. alpini di Pinerolo oppure di soldati che hanno avuto legami con il territorio pinerolese.
ALBERICO MARRONE
Informazioni generali
Nato a Palena (FG) il 15 luglio 1921.
Caduto ad Abriés (Francia) il 21 giugno 1940.
Riposa nel Cimitero Generale di Torino.
Grado
Caporale, 3° reggimento alpini, battaglione “Fenestrelle”.
Descrizione
Capo gruppo fucilieri di una squadra avanzata ed infiltrata attraverso attivi ridottini avversari, dava altissimo ed eccezionale esempio di ardimento e sprezzo del pericolo lanciandosi sempre primo in avanti. Ferito una prima volta ad una gamba, continuava eroicamente nella lotta finché cadeva fulminato dalle raffiche nemiche mentre in piedi tentava di lanciare l’ultima bomba, suscitando tale ammirazione nel nemico da indurlo a segnalare il gesto eroico ai suoi superiori. Fulgido esempio di sublimi virtù militari e guerriere.
Abriés, 21 giugno 1940.
ADOLFO RIVOIR
Informazioni generali
Nato a Vallecrosia (IM) il 7 ottobre 1895
Deceduto il l aprile 1973
Riposa nel Cimitero di Torre Pellice
Grado
Tenente colonnello s.p.e. fanteria (alpini), 5° reggimento alpini.
Descrizione
Comandante di un battaglione alpini, in un mese di ininterrotte operazioni, dava luminose prove di capacità di comando, avvedutezza di capo, spirito di sacrificio e sprezzo del pericolo, affrontando sempre virilmente e con spirito offensivo, situazioni delicate e difficili dalle quali usciva ripetutamente vittorioso, infliggendo in più occasioni gravi perdite di uomini e di materiali all’avversario. In ultimo, alla testa di un centinaio di superstiti del suo battaglione già decimato per i continui combattimenti, affrontava serenamente, con decisione, il rinnovato violento attacco nemico e cadeva gravemente ferito al petto da raffica di mitragliatrice, mentre, in piedi, animava con la voce e con l’eroico esempio, guidandoli al contrassalto, i pochi gruppi di alpini rimasti quasi privi di ufficiali.
Regione Corciana (Fronte greco), 14 dicembre 1940.
PIETRO GAETANO CHIAMPO
Informazioni generali
Nato a Perosa Argentina (TO) il 4 maggio 1914.
Caduto sul Monte Chiarista-Fratarit il 23 dicembre 1940.
Riposa nel Cimitero di Pinerolo.
Grado
Tenente s.p.e., 9° reggimento alpini.
Descrizione
In una giornata di dura e cruenta lotta, rimasta la compagnia priva di ufficiali, ne assumeva il comando, riordinava i superstiti guidandoli all’attacco delle posizioni che il nemico, molto superiore in forze, era riuscito ad occupare. Per tre volte, trascinava, i suoi uomini al contrattacco con slancio ed ardimento, per tre volte l’avversario ricacciato, rinnovava i suoi furiosi contrattacchi. Nel corso dell’aspra ed alterna vicenda, durante la quale riusciva a catturare varie armi automatiche, benché ferito, rimaneva con i propri alpini, mantenendone integro, con l’esempio, l’ardore combattivo e li guidava, poi, per la quarta volta, ad un ultimo disperato contrassalto. Colpito di nuovo e mortalmente, mentre veniva trasportato al posto di medicazione, con stoica fermezza, pronunciava elevate parole di fede nella vittoria rammaricandosi soltanto di dovere abbandonare la lotta.
Monte Chiarista – Fratarit (Fronte greco), 23 dicembre 1940.
GIULIO MARTINAT
Informazioni generali
Nato a Maniglia di Perrero (TO) il 24 febbraio 1891.
Caduto il 26 gennaio 1943 in terra russa, località Nikolajewka.
Riposa sepolto, con altri 39 ufficiali e 3000 alpini, nelle grandi fosse comuni scavate dai soldati russi.
Grado
Generale di brigata, Corpo d’Armata alpino.
Descrizione
Capo di stato Maggiore di un Corpo d’Armata, soldato di eccezionale coraggio e di indiscusso valore, veterano di quattro campagne, più volte decorato, di elette qualità di mente e di cuore, vista passare una compagnia alpina che scendeva in linea per decidere l’aspra battaglia in corso, cedendo al suo istintivo entusiasmo di soldato e di combattente, vi si metteva alla testa dando a tutti con la sua alta parola la fiamma dell’ardimento e divenendone con la sua persona irresistibile esempio. Ritto, mentre sparava con il suo moschetto, in zona battutissima e scoperta, su elementi nemici appostati a brevissima distanza, una pallottola ne spezzò l’audace impresa e gli stroncò la vita, ma la vittoria era assicurata ed il nemico in fuga. Fulgido esempio di alte virtù combattive e di suprema dedizione alla Patria. Nikolajewka (Russia), 26 gennaio 1943.
CARLO ALFONSO BUFFA DI PERRERO
Informazioni generali
Nato a Torino il 20 dicembre 1867.
Caduto a Castagnevizza del Carso il 5 novembre 1916.
Grado
Tenente colonnello 138° rgt. fant. brig.”Barletta”
Descrizione
Alla testa del suo reggimento, con sereno sprezzo del pericolo, lo condusse alla conquista di una forte e contrastata posizione nemica. Superatala, con meraviglioso ardimento e mirabile slancio, sempre in prima linea, proseguì nell’azione, inseguendo il nemico, frustrandone ogni tentativo di resistenza e spingendosi fino alla linea più avanzata del campo di battaglia. Ivi, con insuperabile serenità ed incrollabile fermezza, per un’intera notte e fino al mezzogiorno dell’indomani, seppe col suo valoroso reggimento resistere agli accaniti contrattacchi dell’avversario ed alle sue ripetute minacce di avvolgimento, assicurando così la completa, brillantissima vittoria conseguita dai nostri nel pomeriggio dello stesso giorno. Sulla stessa linea più avanzata, trovò morte gloriosa, mentre si studiava di affermare la vittoria col consolidamento delle posizioni conquistate.
Lokvizza, Kastanjevizza, 1-4 novembre 1916.
SERGIO DE VITIS
Informazioni generali
Nato a Palena (CH) il7 aprile 1920.
Caduto a Sangano (TO) il 26 giugno 1944.
Riposa nell’Ossario di Forno di Coazze.
Grado
Sottotenente s.p.e. alp., partigiano combattente.
Descrizione
Comandante di elette virtù militari, combattente di leggendario valore, in numerosi aspri combattimenti inferiva duri colpi al nemico, catturando interi presidi e facendo cospicuo bottino di materiali da guerra. Durante un audace attacco ad una polveriera, sopraffatto da forze nemiche accorse di rinforzo, sosteneva per quattro ore una impari lotta, finché, costretto a fare ripiegare il proprio reparto, rimaneva con pochi compagni a proteggere il movimento. Dopo avere strenuamente lottato fino all’ultima cartuccia, cadeva in mezzo ai suoi uomini stretti intorno a lui nell’epica difesa. Il nemico, ammirato da tanto valore, gli dava onorata sepoltura ed inviava il drappo per avvolgere la salma.
Sangano, 26 giugno 1944.
ADOLFO SERAFINO
Informazioni generali
Nato a Rivarolo Canavese il 31 maggio 1920.
Caduto a Cantalupa il 4 novembre 1944.
Riposa nel Cimitero di Pinerolo.
Grado
Sottotenente s.p.e. alp., partigiano combattente.
Descrizione
Ufficiale degli alpini, dopo l’armistizio impegnava nella zona di Massa Carrara combattimento contro forze tedesche assumendo di iniziativa anche il comando di una batteria. Ritornato in Piemonte organizzava le prime formazioni partigiane nelle valli pinerolesi divenendo poi capo di Stato Maggiore della Divisione alpina autonoma “Val Chisone” e partecipando a varie azioni di sabotaggio. Nel novembre 1944, circondato da forze soverchianti, con una banda di patrioti si poneva alla testa di alcuni ufficiali, decisi, pur essendo consci del loro sicuro sacrificio a resistere fino all’estremo per ritardare l’avanzata del nemico e consentire di mettere in salvo uomini ed armi. Impegnato il combattimento, dopo varie ore di lotta, esaurite le munizioni, nell’estremo tentativo di aprirsi un varco con le bombe a mano, veniva falciato dal fuoco nemico, unitamente agli altri ufficiali, attirati dal suo sublime esempio di eroismo. Il suo nome è divenuto leggendario in tutta la Val Chisone e dalla sua memoria fu intitolata la Divisione partigiana “Serafino” che combatte nella stessa valle valorosamente il tedesco fino alla liberazione.
Italia occupata, settembre 1943 – novembre 1944.
GUIDO RAMPINI
Informazioni generali
Nato a Pinerolo (TO) i116 maggio 1898.
Fucilato a Bergamo l’8 marzo 1945.
Riposa nel Cimitero di Pinerolo.
Grado
Tenente Colonnello s.p.e. art. in servizio di S.M.
Descrizione
Tenente colonnello in servizio di Stato Maggiore, capo del servizio informazione d’armata, nell’imminenza di soverchianti forze corazzate tedesche si offre di organizzare una rete occulta in collegamento con gli Alleati. Autorizzato e fornito di mezzi, si butta febbrilmente al lavoro ideato, organizzandolo fra rischi, sofferenze, pericoli, disagi, sempre con animo lieto, viva intelligenza, indomabile volontà, guidato dall’entusiasmo di offrirsi, dalla fede nel sano patriottismo, sua religione, fino all’offerta di sé, fa del sacrificio un dovere, del pericolo una gioia pur di riuscire, e riesce. Tradito, assume con responsabilità leggendaria la responsabilità di tutte le imputazioni dei compagni. E li salva, offrendosi solo purissimo martire al piombo nemico che affronta con freddezza che intimidisce i carnefici. Simbolo puro del dovere, fulgido eroe dell’idea, martire generoso delle barbarie. L’anima è in cielo, la memoria nel cuore degli Italiani degni del nome della Patria.
Bergamo, 8 marzo 1945.
MAURO GIGLI
Informazioni generali
Nato a Sassari il 3 aprile 1969.
Caduto ad Herat (Afganistan) il 28 luglio 2010.
Grado
S. Tenente presso il 32º Reggimento genio guastatori alpino della Brigata Alpina Taurinense.
Descrizione
Capo nucleo bonifica ordigni esplosivi improvvisati dalle straordinarie qualità umane e professionali, in missione di pace in Afghanistan, pur in turno di riposo si offriva di effettuare la neutralizzazione di un ordigno che metteva a repentaglio la sicurezza della popolazione civile e del personale militare. Dopo aver disarticolato un primo dispositivo, avvedutosi di una seconda trappola letale, senza indugio alcuno, accortosi dell’imminente pericolo, decideva di donare, gli ultimi momenti della sua vita per allontanare i presenti piuttosto che porre se stesso al riparo. Improvvisamente, mentre del personale riusciva a porsi in salvo, veniva investito dall’esplosione dell’ordigno, perdendo la vita. Fulgido esempio di coraggio e altruismo ispirati alle migliori tradizioni dell’Esercito. Herat (Afganistan), 28 luglio 2010.